Il tempo mette ansia. È la cosa più preziosa che abbiamo ma ce ne rendiamo conto solo quando ormai è passato. “Tanto ne ho di tempo” la frase più usata e sentita fra tutte. Rinvii discorsi, impegni, confronti, responsabilità e piaceri, in nome di questo mantra che continui ad utilizzare senza pietà.
Poi ad un certo punto della tua vita scopri che il tempo mette ansia sul serio, che il ticchettio delle lancette inizia a riecheggiare in ogni scelta che prendi o pensiero che ponderi. Ti accorgi chi inizi a rinunciare a situazioni perché “non ho tempo, devo concludere”. E non sai davvero come sei arrivato da averne troppo a non averne più. Il momento forse più critico per l’uomo è quando non sei consapevole del valore che ha questo tesoro inestimabile. Lo sprechi senza dargli peso, investi in scelte sbagliate consapevole che avrai sempre un margine di correzione. Lo butti via, non dedicandolo a quelle persone che ti rendi conto di amare così tanto solo quando con loro il tempo è scaduto. E solo in quel momento ti accorgi davvero del gusto amaro che hanno le occasioni perse. Soprattutto quando un giorno ti svegli e vedi i tuoi genitori invecchiati davvero, pensi a dove sei stata in tutti quegli anni per non accorgerti delle rughe sui loro volti, delle spalle un po’ più curve. Ti accorgi che tuo fratello ormai è un uomo e che avete un po’ perso quella complicità che vi ha accompagnato dal primo giorno che vi siete conosciuti. E forse ci proveresti anche a tornare indietro, a goderti quei momenti felici che hai sempre dato per scontato, a farti coccolare un po’ di più dalla tua famiglia.
Io prima avevo così tante ore da spendere come volevo per chi volevo e poi, dall’oggi al domani, quando ho deciso di accettare una proposta di lavoro lontano da casa, le mie lancette hanno iniziato a correre come impazzite. E tutto ha iniziato a scorrere inevitabilmente intorno a me, sopra di me, senza toccarmi mai. Ho perso momenti di vita, di quotidianità delle mie persone. Non c’ero alla prima inaugurazione della casa nuova, alla prima firma di un contratto lavorativo, mi sono persa feste, vacanze e momenti importanti, felici e malinconici. A volte mi dimentico cosa significa godersi del sano tempo con un’amica, perché ormai per me, è diventato tutto un incastro per tener su quei frammenti che mi tengono inevitabilmente legata a questa città e alle sue persone.
Mi sono resa conto che amo investire il mio tempo libero in tantissime cose, che il mare e l’odore di sale mancano nella mia quotidianità, che quando torno nei weekend non ho mai abbastanza giornate da dedicare alle persone che amo. E devo sempre scegliere o questo o quello, perché il tempo è sempre poco. Ma ho anche ritrovato la gioia nelle piccole cose: e mi emoziono ancora quando succede che il lunedì sono a Genova e posso cenare con il mio ragazzo, o che per colpa della pandemia ho lo smartworking e posso fare delle passeggiate con il cane. E che svegliarmi e fare colazione a casa mia, con tutti, è la cosa che amo di più.
Poi è successo che la seconda ondata è arrivata e questa volta ha toccato anche me. E, finalmente, ho tempo. Così tanto tempo che quasi lo sto sprecando. Ho difficoltà ad organizzarmi le cose che devo fare, perché la verità è che quando hai 24h al giorno disponibili, rimandi. Rimandi così tante volte che alla fine hai buttato, ancora una volta, tutti quei minuti sacri come l’oro ma leggeri come piume; tanto leggeri che ti basta aprire la finestra della noia e della pigrizia, per un arco temporale indefinito, per far volare quello che ti appartiene. E ti fermi di nuovo a pensare, a cercare di capire perché oggi queste ore extra non le puoi sfruttare. Forse perché gli obiettivi che ti poni diventano sterili se non li puoi condividere con le persone che ami. Forse sapere che sei bloccata in una stanza non ti permette davvero di essere libera di scegliere come investire il tuo tempo. Dico forse perché la verità è che non si è mai soddisfatti delle occasioni che ti si presentano e sempre forse, abbiamo imparato a trovare troppe scuse per giustificare tutto questo.
Ma io una cosa in fin dei conti l’ho capita negli ultimi anni in cui ho avuto la possibilità di accorgermi di questo loop fastidioso e, che il tempo, questo infimo mezzo di misura, è la cosa più sacra che ho e nessun stipendio, nessuna proposta può comprare l’unica cosa che non ha un prezzo. Perciò fermati e dai valore a ciò che importa davvero, ora più che mai, perché quello che passa non torna più.