Mi ricordo ancora il momento esatto in cui lessi la notizia della dichiarazione di pandemia globale dell’OMS. Ero in Spagna, iniziava la primavera, ma io sentii un freddo glaciale. Voli cancellati, telefoni impazziti, farmacie svuotate, mail di conforto e uno scarso tentativo di sostegno dalle università, totalmente incapaci di darti risposte e certezze. Me lo ricordo come fu totalizzante apprendere quella notizia. Pandemia globale = non torno più a casa. L’incubo più buio si stava avverando. 

Un anno da quel giorno e le cose non sono cambiate di molto. Mi ricordo che appena rimpatriata non ho potuto riabbracciare la mia famiglia per 14 giorni, adesso un mio collega ha il figlio positivo e io non posso abbracciare di nuovo i miei genitori che, tra l’altro, stanno attraversando un momento davvero difficile. Gli amici lontani fuori dalla mia regione non li vedo da troppi mesi, non abbiamo potuto festeggiare lauree, compleanni e spensierate rimpatriate. Con gli amici vicini le cose non sono molto diverse, qualche cena, qualche passeggiata quando si può, quando il colore della tua regione te lo permette. Mi ricordo che durante il primo lockdown eravamo tutti fissati con il fitness e con la lettura, ora non abbiamo voglia neanche più di quello. Mi sono resa conto che i miei tempi sono cambiati. Ero solita a pensare e agire ad una velocità sopra la media, sempre di corsa e sempre a mille. Adesso mi è più tutto più difficile: mi sento come fossi in una bolla e che tutto quello che è attorno a me va a rallentatore, quasi come fossi assuefatta. Mi sento addormentata, poco reattiva. La sensazione perenne di essermi appena svegliata e sono stanca. Dio la stanchezza mentale e fisica che percepisco. Ogni movimento e pensiero mi richiedono uno sforzo disumano, perciò spesso mi ritrovo a voler rimanere da sola. Una mia amica dice che in fin dei conti siamo animali e, come tali, quando sentiamo di star male ci isoliamo. Forse ha ragione lei, forse di raccontarci che andrà tutto bene abbiamo perso la voglia. 

Se ho perso la speranza? Forse un po’, in particolare nel breve termine. Soprattutto quando si tratta di progettazione, di impegni e deboli promesse incorniciate da frasi come “a fine mese ne riparliamo”, “quando questo periodo sarà finito”. Le uniche cose che puoi organizzare sono ripetute cene da poche ore nei finesettimana, vedi le stesse persone, per fare le stesse cose e parlare dei ricordi precedenti al 2020. Si è stanchi anche un po’ di questo dopo un anno e mezzo. Reinventarsi in questo tempo così lungo e senza fine ha tirato fuori il meglio di noi. Non abbiamo fatto nessun corso, nessuna formazione, nessuno ci ha detto come dovevamo fare per non cadere in un sonno mentale buio e freddo. Ci siamo fermati a pensare un po’ di più chi siamo, se ci conoscevamo abbastanza e se le strade intraprese fossero davvero frutto dei nostri desideri. Ci siamo guardati allo specchio ogni giorno e, piano piano, da sconosciuti siamo diventati complici di noi stessi. Come dicevo la cosa più straziante è che non sai cosa ci sarà domani, cosa potrai o non potrai fare, se ci sarà lavoro, se potrai tornare a viaggiare. Quanto vi manca farlo? La curiosità di cercare nuove mete, l’eccitazione prima delle partenze, le ore passate a conoscere nuovi luoghi da visitare. Le cose leggere sono diventate pesanti e, quelle pesanti, sono le uniche rimaste. Abbiamo perso un po’ la voglia di essere fiduciosi e di rispettare le regole. Siamo diventati più fragili e per questo più egoisti. In questo anno e mezzo non è successo niente, ma è successo di tutto. Ho iniziato un percorso personale, profondo, difficile e tortuoso. Ho iniziato a riscoprirmi, con le mie paure, le mie insicurezze e le mie debolezze. Sto imparando a riconoscerle, a gestirle, ad abbracciarle. Non è facile, non sempre lo è. A volte mi fa bene a volte brucia lo stomaco.

Questo periodo così lungo mi ha dato modo di riflettere tanto, di dare delle priorità, di stravolgere quello che davo per scontato. Ho riflettuto e ho odiato riflettere, ho scavato a fondo, compreso, preso atto e ricominciato. Ma alla fine di tutto non ti resta che ricominciare, e lo faremo anche questa volta, anche se non è ancora finita, ricominceremo.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...